Tassi su mutui da saldo ma la domanda è in calo.

Gli italiani guardano al futuro con prudenza.

Il mese di Agosto sarà ricordato come uno dei più esuberanti sul fronte dei tassi.

Grazie al (o per colpa del) Bund tedesco che ha toccato rendimenti ai minimi storici, si è registrata la picchiata dei tassi di interesse su mutui.

Il titolo a dieci anni tedesco infatti è passato da esprimere rendimenti positivi nel mese di maggio, nei primi giorni di Settembre è sprofondato fino a -0,71%.

Bund tedesco e tassi su mutui?

Questa notizia interessa direttamente coloro che si stanno domandando se stipulare in questo periodo un prestito ipotecario, ma anche tutti coloro che ne stanno rimborsando già uno e si stanno chiedendo se non sia il caso di migliorarlo ricorrendo alla surroga (Si sposta il mutuo in un’altra banca potendo così modificarne tasso e durata).

Andamento tassi fissi a 20 e a 30 anni.

Questo perché i tassi dei Bund sono strettamente collegati anche agli indici ERURIS (indici degli swap per limitare il rischio tassi per periodi che vanno da 1 a 50 anni) sulla base dei quali viene determinato il tasso di interesse dei mutui a tasso fisso (ottenuto infatti aggiungendo all’indice Eruris di periodo lo spread deciso autonomamente dalla banca in funzione della politica commerciale che intende adottare).

Il crollo del tasso del Bund ha riversato i suoi effetti direttamente sugli indici Eruris che, fino alle scadenze a 20 anni, sono scivolati per la prima volta sotto lo zero.

Quindi chi oggi stipula un mutuo tasso fisso con banche che adottano la formula ERURIS + SPREAD e non il tasso finito, vedrà calcolato per la prima volta il TAN (tasso annuo nominale) sottraendo l’indice Eruris allo spread se il mutuo non eccede la durata di 20 anni.

Oggi per la prima volta i migliori mutui a tasso fisso sono scesi sotto la soglia dell’1%.

Anche i mutui a tasso variabile stanno aggiornando nuovi minimi perché anche l’EURIBOR (indice di riferimento che viene aggiunto allo spread mese dopo mese per ottenere l’importo delle rate), si trova ai livelli più bassi mai registrati.

Trend tassi Euribor 2019.

Nonostante queste condizioni favorevoli, come si era previsto, il 2019 si configura come un anno in contrazione per il mercato dei mutui.

Nel mese di Giugno le nuove richieste di mutui, sia di quelli di acquisto che quelli di surroga, sono scese dell’11,6% su base annua (dati CRIF). Ma ciò che stupisce. E spaventa di più è che la contrazione va avanti ormai da inizio anno e non accenna a rallentare.

Questa anomalia entra nell’elenco dei numerosi paradossi economici e finanziari che stanno uscendo allo scoperto nella nuova era del denaro facile.

Allora perché i mutui stanno perdendo appeal?

Gli esperti parlano di almeno tre motivi principali:

  1. La prima motivazione la si trova nel fisiologico calo delle surroghe e delle sostituzioni.

Questa può non essere una brutta notizia, perché evidenzia la capacità dei mutuatari di aggiornare il vecchio finanziamento alle diverse condizioni di mercato degli ultimi anni.

  1. La seconda motivazione è il calo anche della domanda di mutui per l’acquisto.

Simone Capecchi, executive director di Crif, commenta dicendo “Il primo semestre del 2019 si è caratterizzato per una significativa contrazione delle richieste di mutui e surroghi, cui si contrappone una crescita dell’importo medio richiesto“.

  1. La terza motivazione, forse meno “pesante” delle altre, si identifica nell’atteggiamento più prudente da parte delle famiglie, che potrebbero aver optato per rimandare un impegno di investimento importante come per esempio l’acquisto di un immobile che può comportare l’accensione di un mutuo.

C’è quindi il tema della prudenza che frena tra l’altro l’intero mercato delle compravendite, esiste infatti una fetta di aspiranti mutuatari che in questo momento è dormiente in attesa di ritrovare certezze.

A ciò si aggiunge una forte incertezza a livello politico, che si concretizza anche nelle voci secondo cui il governo, per attuare la Flat Tax potrebbe attingere ai fondi dedicati alle detrazioni degli interessi passivi sui mutui prima casa e/o a quelle per la ristrutturazione.

Lo sguardo al futuro con occhio prudente è dettato inoltre dall’abbassamento dei salari reali che in Italia oggi sono inferiori a quelli di 10 anni fa, come ha rilevato l’istituto dei sindacati europei (ETUC), inoltre le retribuzioni nel 2018 sono diminuite dello 0,3%.